domenica 3 febbraio 2008

Rispetto

C’è reciprocità nel termine riconoscimento. Fu il filosofo Fichte il primo ad inserire la parola riconoscimento nel linguaggio giuridico, esplorando come le leggi possano essere strutturate in modo che la costituzione riconosca le esigenze di stranieri e migranti. Rousseau aveva ampliato il dibattito in senso democratico, vedendo nel riconoscimento reciproco un problema di comportamento sociale, così come di diritto. Negli scritti di John Rawls, riconoscimento significa rispetto per le esigenze di chi è diverso da noi; negli scritti di Jurgen Habermas, riconoscimento significa rispetto per coloro che sono portati a dissentire in base ai propri interessi.
da Rispetto, Il Mulino, pag. 65

Alla IBM nel 1965 esistevano 23 anelli gerarchici che separavano il vertice dalla base; nel 2000 soltanto 7.
Nel 1965 gli investitori tradizionali tenevano le azioni in media per 46 mesi; nel 2000 per 8 mesi.
da Rispetto, Il Mulino, pag. 181 e 182

Il rispetto è un modo di esprimersi. Vale a dire, trattare gli altri con rispetto non è una cosa automatica, anche con la migliore volontà del mondo; portare rispetto significa trovare le parole e i gesti che lo rendano convincente.
da Rispetto, Il Mulino, pag. 207

La questione è come aprirsi all’esterno mantenendo un solido senso sé.
da Rispetto, Il Mulino, pag. 225

Lévi-Strauss chiama “meteci” (métics) coloro che praticano il bricolage, trasformando l’accezione classica del termine greco per indicare gli stranieri nell’idea di gente che può ricordare da dove proviene anche sapendo di non poterci più vivere; questo genere di viaggio egli lo chiama “meticciato” (métissage), un percorso lungo il quale c’è un cambiamento ma non la perdita della memoria. Il viaggiatore, quindi, conserva un certo grado di sicurezza e fiducia in sé mentre fa fronte, e accetta, la diversità e l’incoerenza della nuova situazione.
da Richard Sennett, Rispetto, Il Mulino, pag. 227

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